I processi alle streghe di Salem del 1692

Nel 1692 la città di Salem si è resa protagonista di un caso giudiziario fra i più crudeli e ingiusti di sempre: 19 persone sono state condannate a morte e oltre centoquaranta imprigionate con l’accusa di stregoneria. Una vicenda nota come i processi alle streghe di Salem

Dov’è Salem? E chi l’abitava?

Salem mappa Stati Uniti d'America

Salem è una piccola cittadina del Massachusetts, nel nord degli Stati Uniti d’America. Nel 1692 era poco più che un villaggio fondato dai puritani provenienti dall’Inghilterra. 

I puritani, gli stessi che hanno fondato Boston (una delle più antiche città del Nord America) seguivano regole esistenziali molto ferree. La loro vita era condotta all’insegna della purezza morale, dell’umiltà e dell’obbedienza. La loro spiritualità si basava su un’interpretazione letterale della Bibbia. Di conseguenza tutto ciò che si fosse discostato dai loro principi religiosi avrebbe potuto dar luogo a tensioni sociali e pregiudizi. 

Padri pellegrini approdano nel Nuovo Mondo
Padri Pellegrini (puritani) approdano sulla costa del Massachusetts nel 1620

I primi “sintomi” di stregoneria e le prime accuse

Nell’inverno fra il 1691 e il 1692, due bambine, Elizabeth “Betty” Parris e sua cugina Abigail Williams, cominciano ad assumere atteggiamenti piuttosto curiosi: si nascondono dietro agli oggetti, strisciano per terra e rimangono senza parlare per lungo tempo. 

Il medico locale, il dottor William Griggs, incapace di fornire una spiegazione alle famiglie, decide di attribuire a questi atteggiamenti una natura diabolica: il malocchio.

Inizialmente si crede giusto non intervenire e si lascia la cosa risolversi da sé. Tuttavia nel giro di alcuni giorni anche altre ragazze cominciano ad assumere atteggiamenti simili, e a quel punto la situazione cambia.

A fronte di un crescente nervosismo all’interno della comunità del villaggio, Elizabeth e Abigail vengono convinte ad accusare tre donne che a Salem venivano percepite con una certa diffidenza. Queste erano Tituba Indians, una schiava al servizio di un residente locale; Sarah Good, una mendicante porta a porta considerata caratterialmente sgradevole; infine Sarah Osborne, che si dice fosse affetta da depressione e che si fosse macchiata di uno scandalo: aver convissuto con un uomo prima di sposarsi.  

Le donne, condotte davanti all’inquisitore, inizialmente negano. Queste però vengono sottoposte a tortura, finché Tituba Indians, esausta e impaurita, non dichiara di essere una strega. Non perché sentisse di esserlo, ma per sfuggire alle violenze ricevute.

L’ammissione di Tituba Indians, benché fosse estorta con la tortura, viene vista dalla corte come la materializzazione dei sospetti. Tutte e tre le donne vengono arrestate con l’accusa di stregoneria. 

Caccia alle streghe e isteria di massa

Da quel momento nel villaggio si genera clamore, una forte isteria di massa, e ha inizio una vera e propria caccia alle streghe. Bastava avvertire una sensazione fisica come un prurito o un colpo di tosse alla vista di una persona, affinché questa sensazione si traducesse in un’accusa di stregoneria. Per questo motivo nell’arco di qualche mese vengono arrestate circa 200 persone.

Donna arrestata per stregoneria a Salem
Donna arrestata per stregoneria (di Thomas Satterwhite Noble, New York Historical Society Museum and Library)

La stregoneria, per quanto possa apparire oggi un concetto irragionevole, all’epoca era considerata molto seriamente. La stessa Bibbia ne ammette l’esistenza, per via di alcuni passi, come ad esempio quello della Strega di Endor. I puritani non solo riponevano un’estrema enfasi nelle sacre scritture, ma non avrebbero mai messo in discussione alcune parti di esse. Considerando poi il contesto sociale e politico di quel tempo, e l’incapacità di rispondere scientificamente a tutte le questioni della natura, la situazione si rivelava molto complessa.

L’avvio dei processi alle streghe

Il 2 Giugno 1692 a Salem iniziano i processi. Questi vengono svolti in un tribunale allestito in un edificio pubblico nel centro del villaggio. Tali processi però si rivelano fin da subito sommari, dove vale la regola del “colpevole fino a prova contraria”. Il problema è che, come abbiamo visto, ogni pretesto avrebbe potuto rendere una persona colpevole di stregoneria. Basandosi talvolta su sogni, visioni e percezioni, la maggior parte delle accuse erano pressoché impossibili da verificare. 

Nel caso di Sarah Good, che nel frattempo viene impiccata, il giudice aveva interrogato le ragazzine accusatrici, Betty e Abigail, chiedendo loro se quella donna fosse la causa dei loro tormenti. Queste avevano risposto: “Sì, è lei la causa!”. Tanto era bastato per arrestare Sarah Good. 

Deposizione di Abigail Williams contro George Jacobs durante i processi alle streghe di Salem
Testimonianza di Abigail Williams contro un uomo durante i processi alle streghe di Salem

In alcuni casi, per verificare la colpevolezza di una persona, era sufficiente ai giudici osservare il pubblico nel tribunale, e verificare le reazioni di ognuno. Se qualcuno si fosse lasciato andare ad un colpo di tosse oppure si fosse, per esempio, grattato ripetutamente, molto probabilmente avrebbe voluto dire che in quell’aula c’era una strega.

In altri casi si faceva recitare una preghiera all’imputato. Secondo la credenza popolare, infatti, una strega o uno stregone non sarebbero stati in grado di articolare in maniera corretta le preghiere. Per cui anche una piccola esitazione, persino un balbettio sarebbe stato sufficiente a decretare una condanna. Ogni cosa poteva tradursi in prova.

Una donna accusata di stregoneria giace per terra durante il processo alle streghe di Salem
Una donna viene processata per stregoneria a Salem

Nell’arco di quattro mesi vengono processate 144 persone. 19 di queste vengono condannate a morte per impiccagione. Ma non furono le uniche vittime: il marito di una delle donne uccise, un contadino di ottant’anni che si era rifiutato di parlare alla corte, viene ucciso sotto tortura per schiacciamento del torace. Solo coloro che ammettevano di essere colpevoli sopravvivevano. 

Si creava quindi una situazione paradossale: le persone dichiaravano di essere colpevoli per sopravvivere, ma tutto ciò alimentava ulteriormente la certezza che la stregoneria aveva ragione di esistere. Per la corte la stregoneria era lì, a Salem, a minacciare l’intero villaggio.

Tuttavia, nonostante le esecuzioni numerose, le accuse non accennavano a fermarsi.

La presa di coscienza e la fine dei processi

A quel punto fra i giudici cominciava a manifestarsi un po’ d’imbarazzo. Molte cose di ciò che continuava ad accadere non si spiegavano. Per tale ragione viene rimesso tutto in discussione.

Tuttavia l’oggetto della revisione non era il concetto di stregoneria, che invece continuava ad essere molto radicato nella credenza popolare; piuttosto le modalità processuali. Diventava infatti inammissibile una condanna (per di più a morte) per mezzo di accuse impossibili da verificare. Inoltre non si poteva più accusare una persona sulla base di facili suggestioni.

Per questo motivo, in autunno, il governatore William Phips ordina la sospensione di tutti i processi per stregoneria, con effetto immediato. Nessuno da quel momento viene più condannato a Salem con l’accusa di stregoneria. 

Non solo. A distanza di tre anni dal primo processo, i giudici coinvolti chiedono pubblicamente perdono alla comunità. Alcuni condannati vengono rilasciati. Molti fra questi sono costretti a lasciare il villaggio per non sopportare la vergogna. Altri invece moriranno in prigione perché non gli verrà mai restituita la libertà. Dal 1693 a Salem non si registreranno più casi di stregoneria.

Pietra in memoria di Sarah Good, impiccata in seguito ai processi alle streghe di Salem
Pietra in memoria di Sarah Good, impiccata a Salem durante i processi alle streghe (Tim1965, Wikimedia Commons, CC BY 4.0)
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